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Il racconto del venerdì – Il negozio dei bottoni blu




Il racconto del venerdì – Il negozio dei bottoni blu

di Renzo Samaritani Schneider

C’è una piccola merceria in una traversa tranquilla, dove il tempo ha dimenticato di correre.
L’insegna è consumata, le lettere d’oro un po’ scolorite, eppure basta guardarla per capire che dentro vive ancora qualcosa di vero.

Appena entro, il campanellino sulla porta suona una nota stonata ma gentile. L’aria profuma di stoffa, di gomitoli, di polveri leggere che si posano come memoria. Gli scaffali arrivano fino al soffitto, pieni di fili, nastri, rocchetti, aghi in scatoline di latta. E poi, naturalmente, bottoni: grandi, minuscoli, madreperla, vetro, legno, lucidi o opachi. Una costellazione di piccole lune.

Dietro il bancone, la signora Teresa — la merciaia — ha occhi chiari e un modo di guardare che pare già sapere cosa cerchi, anche prima che tu lo dica.
«Per che cosa le serve?» chiede, con voce misurata, quasi un sussurro di cotone.
Mi porge una scatolina di bottoni blu, ognuno diverso, ma tutti con una loro grazia. Li muove con due dita, come chi mescola parole.

Mi racconta che quel bottone, quello lì più scuro, era il preferito di un signore che non viene più, e che un bambino del quartiere ha imparato a cucire con un filo rosso “perché il rosso tiene meglio il coraggio”.
Sorrido.
Lei, intanto, continua a parlare senza guardarmi troppo: «Le giacche, sa, raccontano la vita delle persone. Basta un bottone per rimetterle in piedi».

Mentre scelgo, il sole filtra tra le tende bianche e disegna piccole geometrie sulla stoffa.
Fuori passa una signora con la spesa, due bambini si inseguono, e tutto sembra respirare piano, come se anche la città si prendesse un momento per sé.

Alla cassa, la merciaia avvolge il mio piccolo acquisto in un foglio di carta velina.
«Così non si graffiano», dice. Ma il tono ha qualcosa di più profondo, come se parlasse non solo dei bottoni.

Esco, e per un attimo resto lì, davanti alla vetrina.
Sopra, una scritta scricchiolante recita ancora “Merceria Teresa – dal 1956”.
Penso a quante mani, quanti fili, quante riparazioni sono passate da qui.
E mi viene in mente che certe botteghe non vendono soltanto cose: aggiustano anche il mondo, un pezzetto per volta.


Renzo Samaritani Schneider – Trani, ottobre 2025



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