Scritto da Matteo Bianchi | 18/12/2025 | Storia
Il Sangue nelle Strade: Torino, 18 Dicembre 1922
Oggi, 18 dicembre 2025, volgiamo lo sguardo indietro di oltre un secolo, a un giorno che rimase impresso a fuoco nella memoria di Torino e dell'intera nazione. Era il 18 dicembre 1922, e la città della Mole si preparava a vivere ore di terrore e violenza inaudita. Quella data segnò l'inizio di una delle più brutali manifestazioni del neonato regime fascista, un eccidio che passò alla storia come la Strage di Torino. Un evento che, ancora oggi, a 103 anni di distanza, risuona come un monito sull'escalation della violenza politica e sulla fragilità della democrazia.
Un'Italia In Bilico: Il Contesto del Dopoguerra
Per comprendere appieno la portata della Strage di Torino, è fondamentale inquadrare il clima politico e sociale dell'Italia post-Grande Guerra. Il Paese era prostrato da un conflitto devastante, segnato da profonde crisi economiche, disoccupazione e un forte malcontento sociale. Le promesse non mantenute di una pace giusta e la sensazione di una vittoria mutilata alimentavano un nazionalismo esasperato. In questo fertile terreno di instabilità, le forze politiche tradizionali faticavano a trovare risposte efficaci, lasciando spazio all'ascesa di movimenti estremisti.
Da un lato, il biennio rosso (1919-1920) aveva visto imponenti mobilitazioni operaie e contadine, occupazioni di fabbriche e terre, alimentando la paura di una rivoluzione socialista. Dall'altro, il fascismo, nato pochi anni prima sotto la guida di Benito Mussolini, si presentava come l'unica forza in grado di riportare l'ordine, sfruttando la paura del "pericolo rosso" e l'insofferenza verso lo Stato liberale. Le camicie nere, milizie paramilitari del Partito Nazionale Fascista, si erano distinte per l'uso sistematico della violenza contro sindacalisti, socialisti, comunisti e chiunque osasse opporsi al loro crescente potere.
L'Ombra della Marcia su Roma
L'ottobre del 1922 aveva rappresentato il punto di svolta. La Marcia su Roma, con la connivenza delle istituzioni monarchiche e liberali, aveva sancito l'ascesa al potere di Mussolini. Nonostante l'apparente legalità della nomina a Capo del Governo, il messaggio era chiaro: il fascismo non esitava a usare la forza per imporre la propria volontà. Torino, città industriale per eccellenza e roccaforte del movimento operaio e sindacale, era un nervo scoperto per il regime nascente, un simbolo di resistenza da schiacciare. Era una delle città in cui il fascismo aveva operato con particolare durezza e violenza fin dal suo sorgere.
La Miccia della Violenza: Il 17 Dicembre
Il pretesto per la sanguinosa rappresaglia si materializzò il 17 dicembre 1922. Quella sera, numerosi gruppi di camicie nere, giunti a Torino da diverse parti del Nord Italia, iniziarono a seminare il terrore. Un tranviere comunista, esasperato e nel tentativo di sfuggire a un'aggressione da parte di un gruppo di squadristi, reagì uccidendo due fascisti. Fu la scintilla che innescò la furia della rappresaglia fascista.
Il Giorno dell'Orrore: Il 18 Dicembre
L'alba del 18 dicembre 1922 portò con sé un'ondata di violenza inaudita. Sotto il comando del federale fascista Pietro Brandimarte, circa cinquanta squadristi diedero il via a una serie di incursioni pianificate. Il primo obiettivo fu la Camera del Lavoro di Torino, in corso Galileo Ferraris, che fu assaltata, devastata e data alle fiamme. Questo atto simbolico intendeva colpire al cuore l'organizzazione popolare e operaia, contraria al potere fascista.
La violenza, tuttavia, non si fermò lì. Gli squadristi si scatenarono in una caccia all'uomo senza quartiere, prendendo di mira le sedi dei circoli comunisti, come quello di Borgata Nizza e dei Ferrovieri, e le abitazioni di noti militanti di sinistra e sindacalisti. Le strade di Torino divennero teatro di pestaggi, arresti arbitrari e atti di vandalismo. L'eccidio proseguì ininterrottamente fino al 20 dicembre, seminando morte e distruzione.
Le Vittime e i Volti dell'Eccidio
Secondo le fonti ufficiali, la Strage di Torino causò la morte di almeno undici persone e il ferimento di trenta. Tuttavia, è largamente riconosciuto che il bilancio reale delle vittime fu ben più elevato, con molti altri morti registrati alla fine di quel tragico dicembre. Operai, sindacalisti, militanti di sinistra, comunisti: furono loro a pagare il prezzo più alto dell'intolleranza e della ferocia fascista.
Tra le vittime più emblematiche, spicca la figura di Pietro Ferrero, operaio anarchico e sindacalista della FIOM, trucidato a soli 27 anni. La sua memoria, insieme a quella di tutti i martiri della Camera del Lavoro, è ancora oggi commemorata con solenni cerimonie cittadine, come quella che si tiene in Piazza XVIII Dicembre (Porta Susa), dove una lapide ricorda l'eccidio. Ogni anno, le autorità cittadine, insieme alle rappresentanze sindacali e alle associazioni antifasciste, rendono omaggio a queste figure, simbolo di una lotta mai sopita contro l'oppressione.
Le Conseguenze e la Memoria
La Strage di Torino non fu un episodio isolato, ma un tassello cruciale nella strategia di consolidamento del potere fascista attraverso il terrore. Servì a soffocare ogni forma di dissenso e a dimostrare che il regime non avrebbe tollerato alcuna opposizione. L'indifferenza o la connivenza di ampi settori dello Stato di fronte a queste atrocità spianarono la strada alla progressiva instaurazione della dittatura.
Ancora oggi, a distanza di oltre un secolo, la memoria della Strage di Torino è vivida e attuale. Eventi come questo ci ricordano l'importanza di difendere i valori democratici e di non abbassare mai la guardia di fronte a ogni forma di violenza e intolleranza. La piazza XVIII Dicembre non è solo un toponimo, ma un simbolo tangibile della resistenza e della memoria storica della città. Commemorazioni come quella di Pietro Ferrero al cimitero Monumentale, dove riposano i suoi resti, sono occasioni per riflettere sulle radici della democrazia e sul prezzo pagato per la libertà.
La storia, attraverso eventi come la Strage di Torino, ci insegna che il passato non è mai veramente passato se non impariamo dalle sue lezioni più oscure. E in questo 18 dicembre 2025, 'Trani Italia News' vuole, con profondo rispetto, rendere omaggio a quelle vittime e ribadire l'importanza inestimabile della memoria storica per costruire un futuro di pace e libertà.
Articolo generato da TraniRacconta - Orizzonte Comune
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