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12 Dicembre 1969: La Ferita Aperta di Piazza Fontana, 56 Anni Dopo

 

12 Dicembre 1969: La Ferita Aperta di Piazza Fontana, 56 Anni Dopo

Scritto da Sofia Ricci | 12/12/2025 | Storia

Milano, 12 Dicembre 2025: Un Ricordo Indelebile nella Memoria Italiana

Oggi, venerdì 12 dicembre 2025, la città di Milano, e con essa l'intera Italia, si ferma per un momento di riflessione profonda. Cinquantasei anni fa, in questo stesso giorno, un evento tragico e disumano squarciò il tessuto sociale e politico del Paese, lasciando una ferita ancora aperta: la strage di Piazza Fontana. Erano le 16:37 del 12 dicembre 1969 quando un ordigno esplose nella Banca Nazionale dell'Agricoltura a Milano, in Piazza Fontana, causando la morte di 17 persone innocenti e ferendone altre 88. Quella bomba, deflagrata nel cuore economico della nazione, non fu solo un atto di violenza efferata, ma l'inizio di una stagione buia e tormentata, passata alla storia come gli "anni di piombo".

Il Giorno dell'Innocenza Perduta

Il 12 dicembre 1969 è stato definito il "giorno dell'innocenza perduta" per l'Italia. Fino a quel momento, il dopoguerra italiano, pur con le sue tensioni sociali e politiche, non aveva conosciuto un attacco terroristico di tale portata. La strage di Piazza Fontana segnò uno spartiacque, un "prima e un dopo" nella storia della Repubblica. L'esplosione, causata da sette chili di tritolo, trasformò l'interno della banca in uno scenario di devastazione indescrivibile, con frammenti, detriti e corpi riversi a terra in un caos terrificante.

Contemporaneamente all'attentato di Milano, l'Italia fu colpita da un'altra serie di esplosioni. A Roma, tre bombe ferirono 16 persone, colpendo la Banca Nazionale del Lavoro in via San Basilio, piazza Venezia e l'Altare della Patria. A Milano, una seconda bomba fu ritrovata inesplosa in piazza della Scala, scongiurando un'ulteriore tragedia. Questa coordinazione degli attacchi rivelava una strategia lucida e criminale, mirata a destabilizzare il Paese e a seminare il terrore. Fu l'apice di azioni precedenti, come gli attentati alla Fiera Campionaria di Milano nell'aprile dello stesso anno.

La Strategia della Tensione e gli Anni di Piombo

La strage di Piazza Fontana è universalmente riconosciuta come l'evento che diede il via alla strategia della tensione in Italia. Questa tattica, attribuita a gruppi di estrema destra con possibili coperture e connivenze in settori deviati dello Stato, aveva come obiettivo quello di creare un clima di paura e instabilità, inducendo la popolazione a invocare un regime più autoritario in grado di ristabilire l'ordine. Inizialmente, le indagini furono indirizzate verso ambienti anarchici, portando all'arresto di diverse persone, tra cui Giuseppe Pinelli, la cui tragica morte per caduta da una finestra della questura durante un interrogatorio divenne un simbolo di quegli anni bui.

Solo anni dopo, grazie a inchieste coraggiose e alla tenacia di familiari delle vittime e giornalisti, la verità storica cominciò ad emergere, puntando il dito verso la matrice neofascista dell'attentato. In particolare, il gruppo eversivo Ordine Nuovo fu individuato come responsabile dell'organizzazione della strage. Tuttavia, nonostante le numerose indagini e i lunghi processi che si sono susseguiti per decenni, la strage di Piazza Fontana è rimasta, dal punto di vista giudiziario, impunita. Molti degli accusati furono assolti o dichiarati non processabili per lo stesso reato, lasciando un'ombra di amaro sulla giustizia italiana.

Un Paese con Cicatrici Profonde

Le cicatrici lasciate da Piazza Fontana sono ancora visibili nella coscienza collettiva italiana. L'evento ha profondamente influenzato la cultura, la politica e la società del Paese, generando un'ondata di sdegno e una crescente consapevolezza della necessità di difendere i valori democratici. La strage non fu un episodio isolato, ma l'apripista di una serie di attentati terroristici che insanguinarono l'Italia nei decenni successivi, dalla strage di Bologna a quella dell'Italicus, fino agli omicidi politici e agli scontri sociali che caratterizzarono gli anni '70 e '80.

La memoria delle vittime di Piazza Fontana viene mantenuta viva ogni anno attraverso cerimonie, incontri e iniziative culturali. La figura di Benedetta Tobagi, figlia del giornalista Walter Tobagi assassinato dalle Brigate Rosse, si è distinta nel ripercorrere e ricostruire la complessa vicenda di Piazza Fontana, offrendo una riflessione essenziale sui rapporti tra giustizia e politica e sull'importanza di comprendere il passato per affrontare il presente.

Il Ricordo Oggi: Un monito per il Futuro

Oggi, 12 dicembre 2025, a 56 anni di distanza, il ricordo della strage di Piazza Fontana non è un mero esercizio di commemorazione, ma un monito potente. È un invito a non dimenticare le vittime innocenti, a tenere alta la guardia contro ogni forma di violenza eversiva e a ribadire l'importanza di una giustizia piena e trasparente. La storia di Piazza Fontana ci insegna quanto sia fragile la democrazia e quanto sia fondamentale il costante impegno di ogni cittadino per difenderla dai pericoli dell'estremismo e dell'intolleranza. La ricerca della verità, seppur complessa e dolorosa, è un dovere morale verso coloro che hanno perso la vita e verso le generazioni future, affinché simili tragedie non si ripetano mai più.

Milano, la città ferita ma resiliente, continua a essere il simbolo di questa memoria difficile ma necessaria, ricordando a tutti che la pace e la democrazia non sono mai acquisite una volta per tutte, ma vanno costantemente protette e nutrite.

Articolo generato da TraniRacconta - Orizzonte Comune

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