Passa ai contenuti principali

Oltre il reale: Italo Calvino e la levità dell’immaginazione




 *I romanzi che ami diventano città interiori, mappe invisibili che ti guidano nel buio.*


Nato a Cuba nel 1923 e cresciuto tra il verde di Sanremo, Italo Calvino appartiene a quella generazione di scrittori che portarono la letteratura italiana oltre i confini del neorealismo. La sua esistenza fu un viaggio tra mondi diversi: l’infanzia tropicale, gli studi a Torino, la partecipazione alla Resistenza nelle Langhe. L’esperienza partigiana e i primi anni nell’editoria Einaudi plasmarono un autore curioso, capace di passare dal racconto dei nidi di ragno della guerra ai castelli sospesi della fantasia. In *Il sentiero dei nidi di ragno* (1947), opera d’esordio pubblicata subito dopo il conflitto, Calvino racconta la Resistenza attraverso gli occhi di un bambino, trasformando la Storia in favola. La sua trilogia *I nostri antenati* — composta da *Il visconte dimezzato*, *Il barone rampante* e *Il cavaliere inesistente* — testimonia la metamorfosi della sua prosa: allegorie sul senso dell’identità e sull’incompiutezza umana.


In questi romanzi, Calvino immagina protagonisti che incarnano le nostre contraddizioni: un visconte tagliato a metà tra bene e male, un barone che sceglie di vivere sugli alberi per vedere il mondo da un’altra prospettiva, un cavaliere privo di corpo ma mosso dalla sola armatura. Attraverso la leggerezza di queste figure, l’autore esplora la possibilità di liberarsi dalle convenzioni. La sua scrittura si fa gioco filosofico, intreccio di ironia e metafora. Sotto la superficie del racconto, la riflessione sulla condizione umana si accompagna a una ricerca di armonia con la natura e gli altri. I protagonisti di Calvino tentano di elevare la loro vista oltre la pianura comune, riscoprendo così la bellezza di ogni dettaglio e le responsabilità del proprio ruolo.


Negli anni Sessanta, con *Le città invisibili*, Calvino porta la sua poetica a un livello ancora più rarefatto. La conversazione immaginaria tra Marco Polo e l’imperatore dei tartari Kublai Khan diventa una mappa onirica di città che esistono solo nella mente. Ogni descrizione è un invito a immaginare, a guardare dietro le apparenze. Città sottili come fili d’acqua, città che crescono al rovescio, città di memorie e desideri: tutte evocano stati d’animo, desideri e paure. Lo scrittore abbandona la trama lineare per creare un patchwork di immagini, lasciando al lettore il compito di ricomporre i frammenti. Calvino, influenzato dalla semiotica e dai giochi combinatori di Raymond Queneau, sperimenta una letteratura che è costruzione di mondi e insieme riflessione sul linguaggio.


Con *Il castello dei destini incrociati* e *Le Cosmicomiche* l’esplorazione continua: i racconti si intrecciano con i tarocchi, con la scienza e con il mito. Calvino immagina un universo narrativo dove ogni storia è una possibilità e ogni scelta apre un nuovo percorso. La sua prosa, limpida e leggera, cerca di restituire la complessità del reale senza appesantirla.  Egli stesso affermava che la leggerezza non è superficialità, ma capacità di planare sulle cose dall’alto senza macigni sul cuore. Nel saggio *Lezioni americane*, scritto poco prima della sua morte e pubblicato postumo, definisce la leggerezza, la rapidità, l’esattezza, la visibilità e la molteplicità come valori da difendere nella letteratura del nuovo millennio. Sono principi che emergono in tutte le sue opere e che invitano a guardare il mondo con stupore e consapevolezza.


Sul finire degli anni Ottanta Calvino scompare a Siena, lasciando incompiute le sue *Lezioni americane*. Se ne va portando con sé quell’aria giocosa e filosofica che contraddistingue la sua scrittura, ma le sue storie continuano a parlare con freschezza. Rileggere Calvino oggi significa incontrare un autore che ha saputo farsi ponte tra la tradizione e la sperimentazione, tra l’infanzia e la riflessione adulta. Significa assaporare una prosa che fluttua tra il concreto e l’astratto, dove la fantasia è un modo per comprendere la realtà.


*Ogni libro è un viaggio interiore, un filo invisibile che ci lega a ciò che siamo stati e a ciò che potremmo diventare.*

Commenti