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Brahma Kumaris e Cattolicesimo: un ponte spirituale possibile



Introduzione

Nel cuore di Trani, cittadina profondamente legata alla tradizione cristiano-cattolica, può sembrare difficile immaginare punti di contatto con una realtà spirituale nata lontano, come i Brahma Kumaris. Eppure, esplorando con mente aperta, scopriamo sorprendenti corrispondenze di valori e ideali tra la fede cattolica e l’insegnamento dei Brahma Kumaris. In questo articolo, scritto in tono al tempo stesso accademico e confidenziale, vorrei condividere con voi – miei concittadini tranesi – come queste due vie spirituali, apparentemente distanti, possano dialogare e arricchirsi a vicenda. Esamineremo brevemente chi sono i Brahma Kumaris, i principi che li accomunano al cattolicesimo, e alcuni esempi di incontri e gesti di stima reciproca nel mondo, il tutto alla luce dello spirito di dialogo promosso dalla Chiesa (incluso da Papa Francesco).

Chi sono i Brahma Kumaris?

I Brahma Kumaris sono un movimento spirituale internazionale originato negli anni ’30 nel subcontinente indiano. Fondati da Lekhraj Kripalani (chiamato affettuosamente Brahma Baba), si definiscono un’Università Spirituale dedicata alla crescita interiore e alla meditazione Raja Yoga. Sin dalle origini, questa organizzazione ha avuto una caratteristica peculiare: è guidata in gran parte da donne, chiamate Dadi (nonne spirituali), ed enfatizza valori di purezza, pace e servizio altruistico. Oggi conta migliaia di centri nel mondo, compresa l’Italia, dove persone di ogni provenienza possono imparare tecniche di meditazione e uno stile di vita etico.

Sebbene nati in ambiente induista, i Brahma Kumaris hanno sviluppato una teologia propria, monoteista e universalista. Credono in un unico Dio, il “Supremo”, visto come un’essenza di luce incorporea e benevola. Per loro Dio è il padre spirituale di tutte le anime, al di là di ogni differenza di religione, genere o cultura[1]. Questo concetto – Dio padre di tutti – risuona con la fede cattolica: anche il Cristianesimo insegna che c’è un solo Dio creatore e che tutti gli esseri umani sono suoi figli. Non a caso, Papa Francesco ha sottolineato che «tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio... Dio è Dio per tutti... C’è un solo Dio, e... le nostre religioni sono lingue, cammini per arrivare a Dio»[2]. In altre parole, pur attraverso percorsi e “lingue” diverse, l’umanità è in ricerca dello stesso Dio unico. Questa visione getta le basi per un rispetto reciproco: se condividiamo il medesimo Padre, allora in ultima analisi siamo tutti parte di un’unica famiglia umana.

Valori e principi comuni

Al di là delle differenze teologiche (che pure esistono), Brahma Kumaris e Cattolicesimo presentano numerosi valori in comune sul piano etico e spirituale. Entrambi invitano a coltivare virtù come l’amore, la compassione, la sincerità, la purezza e la pace interiore. Ad esempio, i Brahma Kumaris insegnano a vedere ogni persona come anima immortale e intrinsecamente buona, figlia dello stesso Dio, e incoraggiano a sviluppare “sentimenti puri e beneauguranti verso tutte le anime”, senza pregiudizi basati su etnia, religione o status[3]. Si tratta di una prospettiva molto simile alla visione cristiana della fratellanza universale: riconoscere in ogni prossimo un fratello o una sorella da amare e perdonare, al di là di differenze esteriori.

Un parallelo interessante riguarda la lotta ai vizi e al peccato. Nella spiritualità Brahma Kumaris si parla di cinque principali vizi da vincere – egoismo, lussuria, rabbia, attaccamento, avidità – che offuscano l’anima. Ciò ricorda da vicino i sette vizi capitali della morale cattolica (superbia, lussuria, ira, avarizia, invidia, gola, accidia): anche per la Chiesa tali inclinazioni negative allontanano da Dio e dal prossimo. Sia l’una che l’altra tradizione spronano quindi a compiere un lavoro interiore di purificazione, coltivando le virtù opposte (umiltà, purezza di cuore, pazienza, generosità, ecc.). In fondo, l’ideale è comune: diventare persone migliori, più vicine alla santità in termini cristiani o alla pienezza di virtù in termini Brahma Kumaris.

Vita spirituale e pratiche a confronto

Anche osservando lo stile di vita spirituale, notiamo corrispondenze significative. I Brahma Kumaris propongono ai praticanti una disciplina quotidiana molto simile, per intensità, a quella di un ordine religioso. Ad esempio, incoraggiano la meditazione ogni mattina prima dell’alba (alle 4:00 circa) e uno studio quotidiano dei loro testi sacri all’alba[4]. Questo richiama la tradizione cattolica della preghiera del mattino – pensiamo alle Lodi mattutine dei monaci e religiosi all’alba, o alla Messa quotidiana di prima mattina cui molti fedeli partecipano.

Inoltre, i membri Brahma Kumaris scelgono uno stile sobrio improntato alla purezza: seguono una dieta lacto-vegetariana (senza carne, pesce, uova) per rispetto verso ogni forma di vita, si astengono da alcol, fumo e droghe, e spesso indossano abiti bianchi come segno di purezza[5]. Anche se la Chiesa cattolica non richiede il vegetarianismo ai fedeli, esiste una comune aspirazione alla temperanza e alla non-violenza: i cattolici praticano l’astinenza dalle carni in certe occasioni (come segno di penitenza) e condannano gli eccessi e ogni abuso del corpo, considerato “tempio dello Spirito Santo”.

Particolarmente notevole è l’enfasi sul celibato per ragioni spirituali. I Brahma Kumaris, specialmente chi vive nei loro centri o ha ruoli di responsabilità, abbracciano il celibato completo (anche all’interno del matrimonio, nel caso di coppie) come base per una vita comunitaria armoniosa e “pulita”[6][4]. Questa scelta di castità riflette il valore attribuito alla purezza e al controllo di sé. Analogamente, nella Chiesa Cattolica la vita consacrata di sacerdoti, frati e suore implica voto di castità, e anche ai fedeli laici è insegnata la virtù della castità secondo il proprio stato di vita. Entrambe le tradizioni dunque onorano la vita casta e dedicata a Dio come via per una maggiore consacrazione spirituale (sebbene nel cattolicesimo ciò sia richiesto solo ad alcuni, non a tutti i credenti). Possiamo quindi vedere nel celibato dei Brahma Kumaris una pratica non estranea alla sensibilità cattolica, ma anzi paragonabile per certi versi alla disciplina dei nostri ordini religiosi.

Incontri e dialoghi interreligiosi

Oltre alle affinità valoriali, esistono concreti esempi di dialogo e stima reciproca fra la comunità Brahma Kumaris e la Chiesa Cattolica. Forse molti tranesi non lo sanno, ma nel corso degli anni i leader dei Brahma Kumaris hanno partecipato a diversi eventi promossi dal Vaticano e da organizzazioni cattoliche, venendo accolti con rispetto come partner nel dialogo interreligioso.

Un episodio storico di grande rilievo fu la presenza ufficiale di una delegazione Brahma Kumaris ai funerali di Papa Giovanni Paolo II nel 2005. In quell’occasione, la rappresentante Dadi Janki – allora leader mondiale dei Brahma Kumaris – partecipò alla Messa esequiale in Vaticano in qualità di Capo delegazione del Brahma Kumaris World Spiritual University[7]. Vedere una figura indù-spirituale femminile tra i leader religiosi convenuti da tutto il mondo per rendere omaggio al Papa è un forte segnale: indica il riconoscimento, da parte della Chiesa, del contributo che anche tradizioni come i Brahma Kumaris possono dare alla pace e alla spiritualità universale. Questa apertura è proseguita negli anni. Ad esempio, nel maggio 2025, durante la Messa di inizio pontificato del nuovo Papa, erano nuovamente presenti rappresentanti delle Brahma Kumaris tra le delegazioni interreligiose ufficialmente invitate dal Vaticano[8]. Ciò testimonia la continuità di relazioni amichevoli e di stima istituzionale verso questo movimento da parte cattolica.

Numerosi sono anche gli incontri e convegni interreligiosi dove cattolici e Brahma Kumaris si sono confrontati con fraterna cordialità. In India – terra natale del movimento – le BK collaborano spesso con diocesi cattoliche e altri credenti per promuovere l’armonia. Recentemente, il 28 ottobre 2025 a Bangalore, una suora Brahma Kumaris (Sister Pavithra) ha preso parte a Bandhavya, un evento interreligioso organizzato dalla Chiesa locale per il 60º anniversario di Nostra Aetate (la dichiarazione del Vaticano II sul dialogo interreligioso). In quella sede Sr. Pavithra ha rappresentato l’impegno della sua comunità per la pace e il dialogo, arricchendo lo scambio spirituale tra le fedi[9]. Il fatto che i Brahma Kumaris fossero inclusi accanto a leader induisti, musulmani, cristiani e di altre religioni dimostra come il loro contributo sia apprezzato nel contesto del dialogo interreligioso promosso dalla Chiesa.

Anche in Italia ci sono stati momenti significativi di incontro. Già nel 2017 la Pontificia Università Gregoriana di Roma organizzò un convegno su spiritualità indù (in particolare sulla tradizione tantrica) patrocinato, tra gli altri, dall’Università Brahma Kumaris e dall’Ufficio Nazionale CEI per il dialogo interreligioso[10]. Fu un segno profetico di collaborazione accademica e spirituale: esponenti cattolici e rappresentanti dell’induismo (incluso il movimento Brahma Kumaris) seduti allo stesso tavolo, per comprendersi meglio e scoprire terreni comuni. Questo genere di iniziative ribadisce che l’apertura al dialogo non toglie nulla alla propria fede, anzi la arricchisce di nuove prospettive. Come cristiani, possiamo solo guadagnare dall’ascolto rispettoso delle esperienze spirituali altrui, specie quando improntate alla non-violenza e all’amore universale.

L’incoraggiamento della Chiesa e dei papi

Tali incontri non sarebbero possibili senza un preciso orientamento della Chiesa Cattolica verso il dialogo interreligioso. Dal Concilio Vaticano II in poi, la Chiesa ha riconosciuto il valore delle altre tradizioni religiose. Il documento Nostra Aetate (1965) dichiarò solennemente che “la Chiesa cattolica non respinge nulla di quanto è vero e santo in queste religioni”, anzi “considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine” che riflettono una luce della Verità universale[11]. Questo insegnamento è stato richiamato di recente in occasione del 60º anniversario di Nostra Aetate, con l’appello a “riconoscere, preservare e promuovere ciò che è spiritualmente, moralmente e culturalmente buono in tutti i popoli”[12]. In altre parole, la Chiesa ci chiede di cogliere i semi di verità presenti nelle altre fedi, senza relativizzare la nostra, ma senza neppure avere paura di ciò che è diverso.

Papa Francesco (e, stando agli ultimi sviluppi, anche il suo successore) ha più volte ribadito che le diverse religioni possono e devono incontrarsi su valori condivisi, per il bene dell’umanità. Francesco in particolare ci ha dato l’esempio partecipando a incontri di preghiera per la pace con leader di ogni fede e affermando frasi coraggiose come quella citata prima, sulle religioni come linguaggi diversi per arrivare all’unico Dio[2]. Egli ha anche esortato tutti i credenti a essere “profeti del dialogo” contro le chiusure, ricordando che il mondo lacerato da violenze e ingiustizie “chiede aiuto alle religioni” perché promuovano una cultura dell’incontro e della pace[13]. Questo clima di dialogo aperto certamente favorisce la mutua comprensione tra cattolici e Brahma Kumaris. Del resto, quando ci si incontra su valori come la dignità della persona, la pace, la giustizia sociale, la tutela del creato, ci si accorge che c’è molto più in comune che non in contrasto.

Vale la pena sottolineare che dialogare non significa confondere le dottrine o creare un sincretismo. La Chiesa rimane fedele all’unicità di Cristo, così come i Brahma Kumaris restano nella loro particolare visione spirituale. Ma significa imparare a volersi bene da buoni vicini, riconoscendo che “quanto di vero, giusto e bello si può rinvenire altrove ha comunque a che vedere col Logos (il Verbo divino)” – per dirla con le parole di un teologo – e quindi proviene in ultima analisi da Dio[14]. In quest’ottica, un devoto cattolico può serenamente apprezzare la sincerità di un Brahma Kumaris che vive in purezza e carità, e viceversa un meditante BK può rispettare la fede profonda di un cristiano, sentendolo come fratello nell’umanità.

Conclusione

In conclusione, cari amici tranesi, avvicinarsi a conoscere la spiritualità dei Brahma Kumaris non significa tradire la nostra fede cattolica, bensì può offrirci uno specchio attraverso cui rivedere con occhi nuovi le verità a cui già crediamo. Scopriamo così che il messaggio di fondo – l’amore di Dio per l’umanità e l’importanza di vivere virtuosamente – è un linguaggio universale che trascende le barriere culturali. Certo, restano differenze significative (ad esempio sulla figura di Cristo, sul concetto di reincarnazione vs. resurrezione, sui sacramenti, ecc.), ma tali differenze non devono spaventarci: nel dialogo ci si arricchisce reciprocamente senza perdere la propria identità.

La città di Trani, con la sua secolare tradizione cristiana, può accogliere nella comprensione anche chi come me segue gli insegnamenti Brahma Kumaris, sapendo che in fondo lavoriamo tutti per gli stessi fini nobili: diventare persone migliori, costruire pace interiore e armonia nel mondo, avvicinarci a Dio vivendo nell’amore. Come recita il comandamento evangelico della carità, che ogni vero cristiano ha a cuore: “Ama il tuo prossimo come te stesso”. E il “prossimo” può avere anche un sari bianco e praticare la meditazione Raja Yoga, ma resta sempre il nostro prossimo. Apriamoci quindi a questo incontro con fiducia. Come ha scritto il Concilio Vaticano II, “la Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo” nelle altre vie di fede[11]. Seguendo questo spirito, possiamo affermare che Brahma Kumaris e Cattolicesimo non sono poi così diversi nei valori essenziali. Sulle orme di Papa Francesco, camminiamo insieme nell’amicizia e nella speranza, certi che il dialogo sincero porta frutti di pace per tutti.

Fonti: Le informazioni e citazioni presentate provengono da documenti e discorsi ufficiali della Chiesa cattolica, articoli accademici e fonti Brahma Kumaris, tra cui: Avvenire (dichiarazioni di Papa Francesco)[2][14], Dichiarazione Nostra Aetate[11], Vatican News[12], documenti della Sala Stampa vaticana[7] e de L’Osservatore Romano[8], oltre a resoconti di incontri interreligiosi recenti[9] e alla pagina Wikipedia sui Brahma Kumaris[1][3]. Queste fonti confermano e approfondiscono i punti di contatto e il rispetto reciproco qui descritti. Sperando che questa panoramica vi abbia fornito nuovi spunti di riflessione, vi ringrazio dell’attenzione e vi saluto con un abbraccio fraterno.

 

[1] [3] [4] [5] [6] Brahma Kumaris - Wikipedia

https://en.wikipedia.org/wiki/Brahma_Kumaris

[2] [14] La lezione del Papa: religioni dallo scontro all’incontro | Avvenire

https://www.avvenire.it/agora/cultura/la-lezione-del-papa-religioni-dallo-scontro-allincontro_80951

[7] DELEGAZIONI RELIGIOSE CHE HANNO ANNUNCIATO LA LORO PRESENZA ALLA MESSA ESEQUIALE DI GIOVANNI PAOLO II

https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2005/04/08/0199/00413.html

[8] Le delegazioni ecumeniche e interreligiose presenti alla messa per l'inizio del Ministero petrino di Leone XIV - L'Osservatore Romano

https://www.osservatoreromano.va/it/news/2025-05/quo-117/delegazioni-ecumeniche-e-interreligiose-presenti-alla-messa-per.html

[9]  News | Catholic Connect

https://catholicconnect.in/news/interfaith-leaders-unite-in-karnataka-to-mark-60-years-of-nostra-aetate

[10] Tantrismo, una sponda per il dialogo - SettimanaNews

https://www.settimananews.it/ecumenismo-dialogo/il-tantrismo-come-sponda-di-dialogo/

[11] Nostra aetate - Wikipedia

https://it.wikipedia.org/wiki/Nostra_aetate

[12] Il Papa: liberarsi da odio e pregiudizi, le religioni risveglino il senso di umanità - Vatican News

https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2025-10/papa-nostra-aetate-odio-pregiudizi-missione-religioni-umanita.html

[13] Papa Francesco: "Il mondo sofferente chiede aiuto alle religioni"

https://www.acistampa.com/story/4134/papa-francesco-il-mondo-sofferente-chiede-aiuto-alle-religioni-4134

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